“Non bisogna perdere tempo!” è una delle frasi più usate dai miei pazienti.
La fretta, la pretesa assoluta di utilizzare incessantemente il tempo è un mantra che accompagna molte menti pensanti. Ma come mai accade questo? Certo, la vita ha una scadenza naturale quindi sembra comprensibile volerla usare al meglio. Ha senso. C’è una fregatura in questo desiderio però.
Cosa vuol dire “al meglio” nella nostra società, epoca e storia personale? Soffermati su questo concetto. Diventa complicato pensarci perché “al meglio” non ha termini di paragone. Nella nostra idea non ci sono punti di arrivo, non c’è una mappa, non ci sono strade da seguire. Tutto sembra molto confuso. Le sensazioni e i pensieri che seguono il concetto del “voler occupare il tempo al meglio” possono avere spesso conseguenze disastrose per l’autostima, perché l’obiettivo non è raggiungibile. Quelle più comuni sono convinzioni descritte come “non faccio mai abbastanza”, “non sono capace”, “mi sento inutile”.
La svalutazione di sé diventa una realtà a cui seguono stati di tristezza, senso di colpa, inefficacia personale e fallimento.
Che succede per te se non riesci a riempire il tempo al meglio? Come ti senti, come giudichi te stesso? Ti invito a riflettere e a stabilire dei tuoi punti stabili su cui poter dirigere l’attenzione, così da avere una chiarezza e una progettualità raggiungibili.